Applicazione delle tariffe – Buono a sapersi – Parte 12: Per quanto tempo sono valide le prescrizioni di fisioterapia? E possono essere sospese?

220824_Gut zu wissen.png

In generale, le prescrizioni di fisioterapia non hanno data di scadenza. È però necessario prestare attenzione a un paio di aspetti riguardanti la durata e le possibili sospensioni del trattamento.

Le regole parlano chiaro: la prima prescrizione per la fisioterapia deve essere utilizzata entro cinque settimane dall'emissione, dopodiché la durata del trattamento è soggetta a una limitazione di tre mesi solo nel caso della Terapia medica di allenamento (MTT). Tuttavia ciò non significa che una prescrizione rimanga «valida» a tempo illimitato. A tale riguardo, si tenga presente che:
  • Una prescrizione non dà automaticamente diritto a usufruire di nove sedute fisioterapiche. Se il trattamento dà i risultati sperati in un numero minore di sedute, lo scopo della prescrizione è da considerarsi raggiunto.
  • Se i disturbi si ripresentano in un secondo momento, prima di riprendere la terapia sono necessarie una nuova valutazione medica e una nuova prescrizione.
  • Se opportuno dal punto di vista terapeutico, tra le singole sedute possono intercorrere anche intervalli di tempo più lunghi, ad esempio nel caso in cui, dopo qualche seduta, i pazienti siano in grado di allenarsi da soli a casa propria con specifici esercizi e i loro progressi vengano verificati dopo un certo periodo. I fisioterapisti devono però stabilire anticipatamente la durata dell’allenamento in autonomia e indicarla nel piano terapeutico. Ciò significa che già all’inizio della sospensione bisognerebbe specificare e motivare chiaramente quando il paziente dovrà presentarsi alla prossima seduta.
La regola d’oro sulla durata della terapia
La regola d’oro può quindi essere formulata come segue: la prescrizione successiva è valida solo finché dura la terapia, ma al massimo per nove sedute. Su quale arco di tempo debba distribuirsi il trattamento dipende dalla situazione dei singoli pazienti. Sono ammesse sedute meno frequenti o pause più lunghe fra una seduta e l’altra in presenza di valide motivazioni terapeutiche e se precedentemente programmato.
Se il quadro terapeutico consente di concludere la terapia ciò va comunicato chiaramente al paziente. Una volta terminato il trattamento, può essere opportuno fissare un determinato periodo di transizione (ad es. quattro settimane) durante il quale il paziente ha la possibilità di segnalare eventuali ricadute. Solitamente il trattamento si considera definitivamente concluso all’atto della fatturazione.
 
I criteri EAE come linee guida
Valutare la durata di una terapia, dopo quante sedute questa possa concludersi e come vadano pianificate eventuali pause fra un trattamento e l’altro spetta dunque ai fisioterapisti. A tal fine è necessario utilizzare come linee guida i criteri EAE, secondo i quali ogni trattamento deve essere efficace, appropriato agli scopi ed efficiente dal punto di vista economico.
 
Le altre parti della rubrica «Buono a sapersi» incentrata sull’applicazione delle tariffe e sulle insidie che ne derivano figurano qui.

(© Immagine: Physioswiss)